0: Il Matto
- Marikantonella Maiellaro
- 5 dic 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 13 apr 2021
“Tutte le vie sono la mia via.”
(Alejandro Jodorowsky)
Il Matto, detto anche Il Folle, il Misero o Il Vagabondo, è l’unico arcano maggiore a non essere identificato da un numero, ma solo da un nome. Per questo viene collocato, a seconda della corrente di pensiero, all’inizio o alla fine della serie degli Arcani Maggiori. Nel simbolismo numerologico il numero zero assume il ruolo di “moltiplicatore universale”, ogni numero moltiplicato per zero rimane zero, per questo rappresenta l’unità del tutto e, essendo il primo di tutti i numeri, rappresenta anche l’inizio per antonomasia. Questa figura incarna la follia, l’ingenuità, la libertà, il disordine e il caos, ma sopratutto l’energia senza limiti, l’energia originaria. È generalmente raffigurato come un uomo vestito con abiti logori, scalzo o con indosso dei calzari e seguito da un animale. La figura del Matto, in particolar modo quella dei tarocchi marsigliesi, ha influenzato la rappresentazione del jolly, il cui ruolo nei giochi di carte è tutt’ora analogo.
ICONOGRAFIA DELLA CARTA:

La rappresentazione del Matto nei tarocchi marsigliesi comunica in modo eloquente l’idea di movimento: è infatti raffigurato mentre cammina diretto verso destra, verso il futuro, in abiti da giullare e calzari rossi, lo stesso colore del bastone che affonda nel terreno, un dato importante se pensiamo che, dal punto di vista simbolico, il rosso è il colore associato all'attività, all'azione. Questa figura regge sulle spalle un fardello rosa carne, il colore che rievoca invece la vita presente, illuminato all’interno da una luce gialla, colore simbolo dalla luce dell’intelletto e della coscienza. Si tratta di un importante bagaglio sorretto da un bastone azzurro, il colore della ricezione per eccellenza, dalla curiosa terminazione a cucchiaio.
Sulla sua superfice è anche importante notare come vi sia una foglia, elemento che il Matto mostra tra le dita: proprio come nelle raffigurazioni degli Arcani Minori di bastoni, la foglia è simbolo di rinascita ed eternità. Azzurro è anche: il sentiero che percorre (dove egli posa i suoi passi il terreno diventa ricettivo), l’animale che sembra inseguirlo o spingerlo con le zampe, e le maniche del suo vestito, che ci indicano come le sue azioni siano guidate dalla spiritualità.
Alla vita di questa bizzarra e musicale figura troviamo quattro campanelle gialle, che potrebbero corrispondere ai quattro semi degli Arcani Minori dei Tarocchi, mentre il vestito che indossa è rosso e verde, rappresenta l’energia e la vita vegetale e animale.
Anche il copricapo del Matto, di colore giallo e illuminato dalla luce dell’intelligenza, ci comunica come il suo viaggio sia guidato dalla consapevolezza. Sulla sua superficie possiamo notare due mezzelune, una gialla racchiusa in un cerchio arancione e una rossa racchiusa in un cerchio dello stesso colore: la luna gialla è il simbolo della ricezione totale della Coscienza mentre la rossa rappresenta il dono totale dell’azione.

Nel mazzo Visconti-Sforza l’iconografia del Matto è chiaramente ispirata alla Stultitia dipinta da Giotto nella Cappella degli Scrovegni, come dimostrano le piume infilate tra i suoi capelli. “La Stoltezza” è un affresco, databile al 1306, facente parte delle Virtù e dei Vizi che decorano la fascia inferiore delle pareti. Queste simboleggiano, per coloro che accedono alla cappella, il percorso da affrontare nella vita terrena per raggiungere la beatitudine attraverso le Virtù e messi alla prova dai Vizi.
Nei mazzi successivi le piume non vengono più rappresentate, ma rimane lo sguardo rivolto verso il cielo o verso l’orizzonte.

Nei tarocchi Rider-Waite il Matto è rappresentato sull’orlo di un burrone e tiene tra le dita una rosa, simbolo del leggendario ordine segreto mistico, kabalistico e cristiano della Rosa Croce. A.E. Waite, l’ideatore del mazzo rappresentato poi dall’illustratrice Pamela Colman Smith, era infatti il fondatore della Fratellanza della Rosa Croce, formatasi dopo lo scioglimento dell’Ordine Ermetico della Golden Dawn, nel 1914, di cui Waite faceva parte.

Nei tarocchi di Aleister Crowley, il Matto è raffigurato nelle vesti di Dionisio, divinità arcaica della vegetazione, solo in seguito identificato come dio dell’estasi, della liberazione dai sensi, del vino e dell’ebrezza. La sua figura non poggia i piedi sul terreno, tiene una coppa rovesciata tra le dita della mano destra e il fuoco creativo nella mano sinistra, l’unione di questi due simboli sta a rappresentare la manifestazione dell’energia e del nuovo.
IL MATTO NELLE LETTURE
In una lettura il Matto rappresenta un forte impulso energetico, indipendentemente dalla direzione in cui egli è diretto. Nell’interazione con la stesa, se questa enigmatica figura si dirige verso un’altra carta, la carica con la propria energia primordiale.
Al contrario, se il Matto vi si allontana, si dirige verso una nuova situazione, progetto o relazione, caricandolo del proprio impulso.
La domanda che bisogna porsi davanti a questa carta è proprio quella della modalità in cui il consultante impiega la propria energia, delle condizioni in cui queste vengono impiegate. Nell’analisi il Matto può rappresentare l’innocenza o la follia, così come l’istinto, l’irragionevolezza e la spensieratezza. Trattandosi della parte più irrazionale di ognuno di noi, quest’energia potrebbe portarci verso qualsiasi direzione, nel bene o nel male. Potrebbe significare la ricerca di un cambiamento, il bisogno di libertà, così come la sregolatezza, la gioia di vivere e il sogno.
Così come, nell’accezione di una lettura divinatoria, potrebbe significare il sopraggiungere di un evento inatteso.
Per comprendere bene qual è l’apporto e il significato che il Matto assumerà nella nostra stesa è bene cercare di interpretare bene il contesto, o l’ambito della domanda del consultante.
Naturalmente, a seconda del verso in cui la carta ci appare l’Arcano assumerà una valenza positiva o negativa:
Al dritto il significato sarà positivo: rappresenta la capacità, talvolta anche irrazionale, di affrontare il nuovo senza paura del futuro. Il suo apporto è imprevedibile, potrebbe significare viaggi o cambiamenti, ed in linea generale ci suggerisce di seguire la strada del cuore, anche se imprudente ed illogica. È necessario liberarci dai vincoli e dai pregiudizi, ed acquisire la capacità di ribellarsi agendo impulsivamente. Dal punto di vista relazionale potrebbe significare una nuova avventura, al di fuori dei rapporti coniugali, senza inibizione. In particolar modo potrebbe significare un’indipendenza emotiva da ogni legame, l’emancipazione dai vincoli e una potente creatività sessuale.
Se estratto al contrario nella stesa, l’esito sarà purtroppo negativo, rappresentando la follia, il distaccamento dalla realtà fino all’alienazione, il confinamento nel proprio mondo interiore. Lo smarrimento del Matto può portare, nelle sue più estreme conseguenze, al vuoto esistenziale, all’indifferenza e alla passività, all’arroganza e persino all’aggressività immotivata, manie. Potrebbe significare, in linea generale, passività e insicurezza, o probabilmente l’aver intrapreso una strada sbagliata, una crisi cruciale e una necessità di ricorrere ad un aiuto esterno per ritrovare la via. Dal punto di vista relazionale potrebbe rappresentare un amore non corrisposto, una relazione tossica o tradimenti, fino alla rottura violenta del rapporto o alla fuga. Nella divinazione la manifestazione del Matto è repentina, anche nell’arco di una settimana, e la sua influenza può durare molto a lungo.
Bibliografia e Sitografia:
La via dei Tarocchi, Alejandro Jodorowsky
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