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13- L'Arcano senza nome

  • Immagine del redattore: Marikantonella Maiellaro
    Marikantonella Maiellaro
  • 1 apr 2021
  • Tempo di lettura: 3 min

La tredicesima carta degli Arcani Maggiori è chiamata Arcano senza Nome nei tarocchi Marsigliesi, mentre è generalmente chiamata Morte in tutti gli altri mazzi.

Dove invece non è presente, questa lama viene sostituita con La Filosofia.

Nelle sue rappresentazioni tradizionali, L’Arcano senza Nome è raffigurato come uno scheletro che brandisce una falce, come nell’iconografia del Tristo Mietitore, la canonica personificazione della Morte. Unica eccezione tra i mazzi tradizionali è quella dei Tarocchi Visconti, dove lo scheletro brandisce invece un arco.

A causa della sua iconografia, questa lama è stata oggetto di grosse incomprensioni e dell’attribuzione di significati purtroppo superficiali. Tuttavia l’Arcano XIII non è altro che il proseguimento del lavoro svolto dall’Arcano precedente, L’Appeso.

Dopo un lavoro di svuotamento e approfondimento, L’Arcano senza Nome compie un lavoro di pulizia e rivoluzione, prepara il terreno per il rinnovamento imminente che si concluderà con la realizzazione dell’Arcano del Mondo.


XIII ICONOGRAFIA DELLA CARTA



I colori simbolici sono fondamentali per la comprensione del significato di questa lama, in quanto simbolo di rivoluzione, trasformazione e cambiamento radicale.

Lo scheletro della raffigurazione dei Tarocchi Marsigliesi è infatti rosa carne, colore della vita organica e di tutto ciò che è umano.

Due arti invece, un braccio e una gamba, sono colorati di azzurro: si tratta di un essere divino e umano, mortale e immortale al contempo.

Anche la falce che brandisce ha una doppia valenza, spirituale e vitale, data la bicromia rossa e azzurra, mentre il manico è giallo, colore che ricordiamo appartenere all’intelligenza. Questo ci indica come il lavoro compiuto da questa carta agisca ad un livello molto profondo, pensato e meditato.

Il terreno rappresentato sul fondo della carta è nero come la pece, colore dell’inconscio e del mistero profondo, e dalla sua superficie emergono piante e resti umani. In particolare vediamo due teste, una maschile ed una femminile, lo scheletro vi si poggia per avanzare, simbolo dei due poli archetipici del maschile e del femminile, purificati. Altri resti di arti affiorano dalla superficie, pronti a emergere e rinascere come esseri nuovi.

Se osserviamo con attenzione notiamo come lo stesso personaggio scheletrico sembra rivestirsi di pelle nuova, il suo profilo infatti non possiede esclusivamente i connotati di un cranio ridotto all’osso: un profilo umano sembra emergervi, nell’orbita nera intravediamo un drago che si morde la coda, simbolo dell’universo infinito.

Le piante invece sono di due colori diversi: blu come la ricezione spirituale intuitiva e gialla come l’intelligenza attiva e solare.

Importante è l’osso bianco, come ossatura ormai secca, con i 7 fori che ne ornano la superficie: una sorta di flauto che attende il soffio divino per tramutarsi in strumento, verso nuova vita.



Nei Tarocchi Rider Waite l’Arcano XIII prende il nome di Morte, ed è rappresentato come uno scheletrico cavaliere dall’armatura nera, mentre cavalca un destriero bianco come la rosa bianca raffigurata sul suo stendardo: la rappresentazione del suo potere e della sua purezza.

In questa rappresentazione possiamo riconoscere diverse figure: un re riverso a terra senza la sua corona, ed infine un vescovo, un bambino ed una fanciulla davanti al cavallo. Il vescovo e il bambino, che tende addirittura un mazzo di fiori, non sembrano temere la morte, diverso è l’atteggiamento della fanciulla che distoglie lo sguardo dalla sua figura e rivolge il capo verso sinistra.

Importante notare come questo cavaliere sia raffigurato mentre avanza verso est, verso il sole e la conseguente rinascita.


XIII NELLE LETTURE

Al dritto: L’Arcano senza Nome rappresenta un vero e proprio processo di eliminazione: dell’ego, dei sistemi di valori, dei concetti limitanti… di tutto ciò che riteniamo inutile e che deve essere abolito per far spazio al nuovo.

Potrebbe anche esser necessario un abbandono del passato per accedere al futuro, al nuovo e alle novità.

Naturalmente non si tratta di un processo indolore, richiede sacrifici recidere i rami secchi, eppure ciò che ci aspetta dopo un processo simile è proprio una risalita, un netto miglioramento della nostra condizione, l’evoluzione è inarrestabile.

Questa lama rievoca una trasformazione nel/nella consultante, è importante comprendere quali cambiamenti sono desiderati e quali invece si stanno già verificando in lui/lei. Rappresenta nuovi progetti, idee, circostanze…

Una nuova vita dopo la rinascita, dopo aver appreso la dolorosa lezione della caduta.

Al rovescio: questa carta potrebbe rappresentare, in questo caso, dell’ira inespressa, dell’aggressività inconscia o il bisogno di manifestare un’energia che non si sa bene come esprimere in maniera positiva.

Quando il XIII è al rovescio il cambiamento è vissuto male, causa paura e sentimenti negativi quali dispiacere, disperazione, vittimismo.

In seguito alla sconfitta, a cui abbiamo accennato prima, il/la consultante stenta ad adattarsi alla nuova situazione: si potrebbe cercare una ribellione, o nel peggiore dei casi l’immobilismo la fa da padrone, si vive con passività di fronte all’evidenza dei fatti… La verità, nel caso dell’Arcano XIII al rovescio, è davvero dura da accettare.



 

Bibliografia e Sitografia: Il linguaggio segreto dei Tarocchi, Laura Tuan

La via dei Tarocchi, Alejandro Jodorowsky

https://it.wikipedia.org/wiki/La_Morte_(tarocchi)

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