Le origini dei Tarocchi
- Marikantonella Maiellaro
- 27 nov 2020
- Tempo di lettura: 2 min
“Un linguaggio ottico che va considerato in tutta l’estensione dei particolari” (Alejandro Jodorowsky)
Originariamente utilizzati nella divinazione, oggi i tarocchi sono anche strumenti utili per l’analisi e l’introspezione personale, ed addirittura ottimi collaboratori per la scrittura creativa. Per comprendere questo linguaggio, misterioso e per certi versi ermetico, è necessario analizzare, per quanto possibile, l’origine e la natura di questi strumenti compiendo un lungo viaggio a ritroso nel tempo.
Fino al XVIII secolo i tarocchi venivano associati al gioco d’azzardo e il loro significato passava totalmente inosservato, solo dopo la pubblicazione delle teorie di Gébelin, nel 1781, vennero associati per la prima volta alla cabala e ad altre tradizioni pseudomistiche. A partire da allora gli occultisti di ogni genere e specie cercarono di associare i tarocchi ai più svariati sistemi esoterici, nell’ambizione di associare quelle misteriose carte ad una particolare “tradizione autentica”.
Fu così che diversi gruppi etnici o religiosi ne rivendicarono la paternità modificandone la struttura originale, ottenendo così uno specchio che riflette la soggettività, e di conseguenza la visione del mondo, dei suoi autori.
Le principali teorie sull’origine dei tarocchi li vedono risalenti al XXII secolo a.C. in Egitto, come figli dei geroglifici dei Libri di Thot, o al XI secolo a.C in Cina, date le presunte analogie delle carte con lo I Ching, un libro risalente a più di 3000 anni fa. O ancora, secondo un’altra tradizione i tarocchi risalirebbero al XV secolo d.C in Italia settentrionale, nella corte di Filippo Maria Visconti, durante la prima metà del 400, per poi diffondersi in varie parti d’Europa e raggiungere il loro periodo di maggior diffusione tra il XVII e XVIII secolo.
Ne’ “La via dei Tarocchi” di Jodorowsky, l’autore si dimostra di tutt’altro avviso: la precisione dei tarocchi e le loro relazioni interne sarebbero così complesse da non poter essere frutto di un unico autore, inoltre sarebbe impossibile stabilire se le carte siano sempre state così come le conosciamo, o piuttosto il risultato di una lenta evoluzione perpetuata nel corso dei secoli.
Effettivamente nessuno è in grado di stabilire chi, dove e come siano stati creati i tarocchi, né è possibile associare un preciso significato etimologico alla parola stessa. Cercando di immaginare l’origine delle carte, Jodorowsky suggerisce che queste risalirebbero almeno all’anno 1000, in un tempo in cui, nel Sud della Francia e in Spagna, le tre grandi religioni (musulmana, ebraica e cristiana) si rispettavano e confrontavano costantemente. I tarocchi sarebbero, secondo quest’ipotesi, il risultato dei dialoghi e della conoscenza di tre saggi depositata in un umile mazzo di carte, per preservarlo e tenerlo nascosto affinché il loro messaggio potesse continuare ad essere conservato nel tempo al riparo dall’odio e dalla sete di potere, il vero oblio della tradizione sacra.
Bibliografia:
(Jodorowsky, 2004) Jodorowsky Alejandro, La via dei Tarocchi, 2018
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